sabato 12 gennaio 2013

UNA NUOVA REALTA'


Sono ormai diversi anni che seguo un mio percorso evolutivo attraverso lo studio e l’apprendimento di filosofie, teorie e tecniche di vario genere.

Questo mi ha portato ad accorgermi che, per tanti anni, avevo dato per scontate una grande quantità di informazioni.
Avevo imparato dei concetti che erano i mattoni di base su cui fondavo il mio pensiero e, di conseguenza, tutta la mia vita.
Avevo dato per scontato la realtà in cui vivevo semplicemente perché mi era stata insegnata così, e rinforzata di giorno in giorno dal mondo esterno.
Questo è ciò che facciamo un po’ tutti.
Nasciamo ed acquisiamo informazioni da chi ci sta intorno senza metterle in discussione, senza chiederci se possano esistere alternative.
Per questo ho chiamato il corso “ Una nuova realtà”, perché, oltre ad imparare alcune tecniche, acquisirete la capacità di “smontare” ciò che per voi è consolidato e certo, e creare una nuova realtà al suo posto.
In particolare mi è stato insegnato ciò che significa “reale”, “vero” e “concreto” basandosi su esperienze dei cinque sensi e su leggi fisiche superate.
Adesso gli scienziati ci dicono che la materia si compone prevalentemente di vuoto e di una componente minima di particelle, le quali a loro volta compaiono e scompaiono nel nulla senza che riusciamo a prevedere contestualmente dove e quando.
Questo dovrebbe essere sufficiente a cambiare le nostre sicurezze ed a modificare le nostre convinzioni su ciò che è reale e ciò che non lo è.
Siamo qui per rivedere totalmente questo concetto.
Cos’è la realtà? La realtà è un parto della fantasia.
Gli impulsi neurochimici rilasciati dal cervello durante un sogno, una fantasia o un’allucinazione, sono identici a quelli rilasciati quando sperimentiamo effettivamente quella situazione.
Quindi, se non siamo in grado di percepire una differenza in questo, come possiamo distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è ?
Noi siamo i veri creatori dell’universo che ci circonda, lo facciamo ogni attimo, attraverso le nostre azioni, attraverso i nostri pensieri, con le nostre emozioni; creiamo con l’emanazione diretta di tutto ciò che siamo.
Cosa siamo quindi ?
Siamo un corpo fisico, un sistema emotivo, una mente razionale, conscia ed inconscia.
Siamo  un’anima immortale che si incarna e compie sempre nuove esperienze.
Siamo esseri multidimensionali, ma siamo in grado di avere  coscienza solo dell’attimo presente.
Sicuramente siamo questo tutto questo e molto di più ma
la risposta che preferisco e che più trovo molto funzionale alla mia evoluzione è che in ultima analisi:
Siamo un insieme di informazioni consapevoli ed inconsapevoli, che originano da luoghi e tempi diversi, e che si sommano in noi qui ed ora.
Queste informazioni possono essere:
- Genetiche, trasmesse direttamente nel DNA. Riguardano i nostri genitori ma, attraverso questi, anche i nostri nonni e antenati.
- Morfogenetiche, cioè riguardanti un gruppo d’individui e trasmesse attraverso il campo morfogenetico.
Secondo Rupert Sheldrake, fisiologo e biologo, i sistemi sono regolati non solo dalle leggi conosciute dalla scienza fisica, ma anche da campi organizzativi invisibili, che lui chiama “morfogenetici”. Il termine indicherebbe un nuovo tipo di campo fisico che svolge un ruolo nello sviluppo della forma. Questa teoria suppone, tra l’altro, che, se un membro di una specie biologica impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico per la specie cambia, anche se lievemente. Se il comportamento viene ripetuto abbastanza a lungo, la sua “risonanza morfica” si accumula e inizia a influenzare l’intera specie. Più individui della stessa specie imparano a eseguire un nuovo compito, più potente diventa questo loro campo morfogenetico e più facilmente gli altri individui della specie impareranno a eseguire quel compito.
Quindi appartenendo a razze diverse, etnie, religioni,  oppure ad un genere, maschile o femminile, piuttosto che all’altro, già abbiamo in noi informazioni sul mondo concernenti unicamente quel gruppo di appartenenza.
- Credenze incamerate in questa vita, dal periodo della gestazione in poi. Accettate e memorizzate in maniera prevalentemente inconscia, soprattutto in tenera età.
- Alcune si relazionano direttamente con l’anima riportando memorie di vite passate.
Esprimiamo un insieme di credenze e convinzioni che ci definiscono e quindi definiscono il nostro mondo.
In che modo?
In questo ci viene in aiuto la fisica quantistica.
Cosa determina la comparsa o meno della particella subatomica ?

L’ Osservatore.

La luce può manifestarsi sia in maniera ondulatoria sia sotto forma di particelle, i fotoni.
Gli esperimenti hanno evidenziato che l’onda energetica si manifesta in maniera corpuscolare solo in presenza di un osservatore umano.
Riassumendo quindi, semplicemente: Noi siamo gli osservatori, immersi in un campo energetico infinito ( e composti dello stesso campo ) e determiniamo il mondo attorno a noi in base alle nostre credenze.
Potrei dire che ognuno di noi emana il proprio mondo, a partire dall’energia quantica, in base alle informazioni che lo compongono.
Quest’energia è un’entità, io direi una forza, creativa che permea il campo energetico in cui viviamo, che è il campo stesso, fuori e dentro di noi.
Che l’approccio sia di tipo spirituale o puramente scientifico, è importante comprendere che l’Energia è sempre presente ovunque e sempre a nostra disposizione.
Siamo qui anche per imparare a percepirla, ad usarla e a rimuovere i blocchi che ce lo hanno impedito sino ad oggi.
Il lavoro è quindi duplice, da una parte la riscoperta della percezione fisica dell’Energia ed il suo utilizzo, dall’altra il lavoro su tutte quelle credenze che potrebbero ostacolarci in questo.

L’ INCONSCIO

Se è vero che io materializzo la mia vita, perché creo avve-nimenti che poi definisco negativi o che non mi piacciono ?
Come per esempio malattie, problemi economici, affettivi o altro.
Perché non mi è sufficiente pensare a ciò che voglio per ottenerlo ?
Le attuali correnti di pensiero positivo, “ the secret”, “ la legge dell’attrazione”, etc,  più o meno ci dicono questo.
Ed hanno ragione, solo che ci mostrano solamente una parte di ciò che accade.
E’ vero che, se il mio pensiero è concentrato su idee ed eventi negativi, paure ed emozioni negative, finirò per attrarre tutto questo nella mia vita.
Al contrario, se il mio focus è incentrato su ciò che è positivo e benefico, sostenuto da emozioni di amore, serenità ed ottimismo, la mia vita prenderà una piega molto più positiva.
Tutto questo è vero, ma tiene conto solo dell’aspetto consapevole del pensiero.
Io creo la realtà che mi circonda in base a  tutte le informazioni che mi compongono: anche e soprattutto quelle inconsce.
Gli psicologi ci dicono che la parte della psiche di cui siamo a conoscenza è minima rispetto a quella parte di noi di cui siamo all’oscuro.
L’analogia più frequente per chiarire questo concetto è quella dell’iceberg. 
La piccola punta di ghiaccio che compare fuori dall’acqua corrisponde alla nostra coscienza, l’enorme blocco sottomarino è l’inconscio.

Se passo le mie giornate a ripetermi mentalmente che tutto va bene e che guarirò spontaneamente dalla mia malattia, ciò accadrà, o meno,  in base a quelle convinzioni profonde, inconsce, che ho sull’argomento.
Normalmente sono proprio queste convinzioni profonde la causa della materializzazione della malattia stessa o, più in generale, delle problematiche della vita.
Se immaginiamo le informazioni che ci compongono ( convin-zioni e credenze ) come dei mattoncini, vediamo che si agganciano tra loro, le une sulle altre, creando una sorta di castello.
Si legano tra loro solo se la propria forma glielo consente.
Quando un elemento entra in contatto con la membrana cellulare, questa si apre e lo ingloba solo a condizione che questi abbia una forma particolare atta a legarsi con la membrana stessa.
E’ una sorta di “incastro” che consente il riconoscimento dell’elemento utile alla cellula.
Alla stregua di una chiave con la serratura, così avviene per la catena di credenze le quali si innestano le une sulle altre secondo la loro compatibilità.
Per tanto tutto ciò che crediamo oggi, è legato, attraverso una serie di passaggi coerenti tra loro, alle informazioni iniziali che avevamo appena nati.
Nel momento in cui ci rendiamo conto che stiamo materializzando nella nostra vita un problema, il primo passo è cercare il meccanismo che l’ha prodotto.
Ovvero trovare il primo mattone su cui abbiamo costruito il castello di convinzioni il cui risultato finale, oggi, ci ostacola.
Questa credenza profonda è quasi sempre inconscia, e spesso apparentemente non collegata in maniera diretta o comprensibile, con il problema attuale.Perciò occorre una tecnica specifica che vada a fondo nell’inconscio a cercare la convinzione iniziale.

IL LIBERO ARBITRIO
Siamo noi a creare la nostra realtà. Noi decidiamo attimo per attimo ciò che ci sta accadendo, perlopiù in modo inconsapevole.
Ognuno di noi gode del libero arbitrio.
Quando accade qualcosa di sgradevole nella vostra vita provate a ribaltate la visione e a non incolpare l’altro, ma a presupporre di essere stati voi a determinare questo accadimento.
Con quest’approccio tutto cambia, ogni evento si trasforma in un’unica esperienza evolutiva in cui siete voi a determinare tutte le situazioni.
Valutate se la vostra vita si svolge secondo i vostri gusti e desideri, oppure no.
Se la risposta è no, probabilmente state materializzando secondo credenze e paure memorizzate dentro di voi che non vi sono più utili.
Una volta trovate e riprogrammate queste convinzioni gli eventi assumeranno un nuovo corso, diverso, più adatto al vostro livello di coscienza.
Il lavoro di conseguenza è sempre e solo su noi stessi, mai sugli altri. Questi si prestano, come attori involontari, a recitare per noi ruoli che noi stessi creiamo per loro.
Usando questa lente per osservare la nostra vita sarà facile lavorare sulla rabbia ed il risentimento e liberarci così di vecchi nodi energetici.
Così il senso di colpa, che spesso è causa di malesseri anche fisici, perde la sua forza, e può essere affrontato, sciolto e abbandonato.
In un mondo in cui ognuno è causa dei propri eventi, è inutile colpevolizzarci per ciò che abbiamo fatto o odiare l’altro per ciò che ha fatto a noi.
L’unico atteggiamento che è veramente produttivo è quello di iniziare quanto prima a domandare a noi stessi a cosa ci serve l’esperienza in questione, cosa ci insegna.
Domandarci quindi cosa l’altro ci sta mostrando di noi stessi che non siamo in grado di vedere da soli.
Che cosa devo imparare da ciò che mi accade?
In quest’ottica perde completamente senso parlare di bene e di male, poiché nessuno sa che tipo di esperienze siano migliori per l’evoluzione dell’altro.
Riguardo al tema del bene e del male le dottrine orientali ci mettono in guardia da secoli, avvertendoci che il giudizio è sempre legato solamente al punto di vista.

“la storia del contadino ed il figlio”
In Cina un contadino poverissimo viveva con il suo unico figlio. L’unica cosa che possedevano era una cavalla che li aiutava nel lavoro della terra.
Un giorno il contadino si svegliò e si accorse che la cavalla durante la notte era scappata.
Assieme al figlio pianse poiché si vedevano privati del loro unico bene.
Dopo qualche giorno la cavalla fece ritorno seguita da un bellissimo stallone.
I due si rallegrarono moltissimo perché la cavalla era gravida e lo stallone aveva senz’altro un gran valore.
Il figlio del contadino provò a domare lo stallone, ma nel farlo cadde e si ruppe la gamba.
La frattura era molto brutta e i due non avevano i soldi necessari per pagare un buon medico.
Il giovane rimase zoppo.
Il padre pianse lacrime amare e maledisse il momento in cui era stato felice dell’arrivo dei due cavalli.
Dopo qualche tempo scoppiò la guerra e il re comandò che tutti i maschi adulti e sani andassero a combattere.
Il contadino era ormai troppo vecchio e non fu convocato e così anche il figlio perché era zoppo.
Tutti i soldati morirono in una tremenda battaglia.
Il contadino benedisse il momento in cui lo stallone era giunto da loro salvando così la vita del suo unico figlio.

Perdendo l’abitudine a classificare gli atti e le persone come buoni o cattivi, perderemo anche la tendenza a giudicare.
Questo ci consentirà di liberare altra energia bloccata e di concentrare l’attenzione sul qui e ora.
Il passato ed il futuro non esistono.

IL PRESENTE

Ponete l’attenzione (questa è sempre la parola “magica” ) su ciò che state pensando in questo momento.
Quanto di ciò che pensate concerne il presente e quanto il passato o il futuro?
Purtroppo molte persone passano la maggior parte della propria vita al di fuori del momento presente. Recriminando o rimpiangendo il passato oppure preoccupandosi del futuro.
Quest’atteggiamento ci distoglie dall’unico momento veramente utile, il momento presente. 
La vita si sta svolgendo adesso, né prima né dopo, e talvolta ci sta scivolando tra le dita mentre siamo impegnati a pensare ad altro.
Il corpo ci invia costantemente messaggi su ciò che sta accadendo dentro di noi. Essi sono utili anche a comprendere ciò che sta accadendo al di fuori, ma è difficile captarli se siamo distratti da mille altri pensieri.
Talvolta questo è uno dei motivi per cui alcuni individui hanno difficoltà a percepire il proprio corpo, oppure l’energia.
Manca loro l’abitudine ad ascoltare qualcosa che non sia la voce della loro mente.
Tuttavia nessuno è così bloccato da non riuscirci, è sufficiente un po’ di esercizio e la voglia di ottenere un risultato utile.
Vivendo nel presente, sviluppando l’attenzione, sapendo che qualunque cosa accada è la migliore per noi in quel momento, (anche se ancora non ce ne rendiamo conto) come possiamo avere paura di qualcosa?
La paura è direttamente legata al passato, al futuro e soprattutto al credere nell’esistenza del bene e del male.
E’ difficile anche solo immaginare l’utilità della paura vivendo con un sistema di credenze di questo tipo.
Liberarsi della paura, anche solo un poco per volta, ci fa riappropriare di grandi quantità di energia bloccata e ci rende in grado di espandere il nostro mondo.
Rende il campo delle possibilità illimitato.
Se penso che qualcosa sia impossibile per me non la realizzerò mai, qualunque cosa faccia in merito.
Ampliate le possibilità all’interno del vostro essere fino a renderle infinite.
Create l’abbondanza nella vostra vita.


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